VI e VII dopo la Pentecoste

Domenica 20 luglio - VI dopo la Pentecoste

Vangelo secondo Giovanni (19, 30-35)
In quel tempo. Dopo aver preso l'aceto, Gesù disse: "È compiuto!". E, chinato il capo, consegnò lo spirito. Era il giorno della Parasceve e i Giudei, perché i corpi non rimanessero sulla croce durante il sabato - era infatti un giorno solenne quel sabato -, chiesero a Pilato che fossero spezzate loro le gambe e fossero portati via. Vennero dunque i soldati e spezzarono le gambe all'uno e all'altro che erano stati crocifissi insieme con lui. Venuti però da Gesù, vedendo che era già morto, non gli spezzarono le gambe, ma uno dei soldati con una lancia gli colpì il fianco, e subito ne uscì sangue e acqua. Chi ha visto ne dà testimonianza e la sua testimonianza è vera; egli sa che dice il vero, perché anche voi crediate.


“E’ compiuto”. Con la morte di Gesù il dono d’Amore del Padre è compiuto, è raggiunta la pienezza del dono: Gesù consegna il suo Spirito all’umanità. 

Nel racconto ricco di particolari, di rimandi e riferimenti alle Scritture, Giovanni ci ricorda che Gesù è il vero agnello del sacrificio pasquale (al quale non doveva essere spezzato alcun osso);  il sangue e l’acqua sono il dono dello Spirito Santo, ma anche i sacramenti dell’Eucaristia e del Battesimo.

Pensiamo più spesso al nostro Battesimo (dovremmo festeggiarlo più del compleanno…), al dono dello Spirito che ci innesta nella Vita stessa del Padre e del Figlio. Non perdiamo occasione di celebrare i sacramenti della Riconciliazione e dell’Eucaristia, per unirci ancora di più a colui che “ci ha amato e ha dato sé stesso per noi” (Gal 2, 20), per diventare a nostra volta canali di Grazia dove lo Spirito scorre e rinnova chiunque ci incontri. Gesù ce lo ha detto: “Colui che crede in me beva. Allora, come dice la Scrittura, “Fiumi di acqua viva sgorgheranno dal suo seno”(Gv7,38)

Mariacristina Cattaneo


Domenica 27 luglio - VII dopo la Pentecoste

Vangelo secondo Giovanni (6, 59-69)
In quel tempo. Il Signore Gesù disse queste cose, insegnando nella sinagoga a Cafarnao. Molti dei suoi discepoli, dopo aver ascoltato, dissero: "Questa parola è dura! Chi può ascoltarla?". Gesù, sapendo dentro di sé che i suoi discepoli mormoravano riguardo a questo, disse loro: "Questo vi scandalizza? 
E se vedeste il Figlio dell'uomo salire là dov'era prima? È lo Spirito che dà la vita, la carne non giova a nulla; le parole che io vi ho detto sono spirito e sono vita. Ma tra voi vi sono alcuni che non credono". Gesù infatti sapeva fin da principio chi erano quelli che non credevano e chi era colui che lo avrebbe tradito. E diceva: "Per questo vi ho detto che nessuno può venire a me, se non gli è concesso dal Padre".
Da quel momento molti dei suoi discepoli tornarono indietro e non andavano più con lui. Disse allora Gesù ai Dodici: "Volete andarvene anche voi?". Gli rispose Simon Pietro: "Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna e noi abbiamo creduto e conosciuto che tu sei il Santo di Dio".


“Questa parola è dura!” affermano i discepoli. Gesù ha appena detto: “Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell’ultimo giorno. Perché la mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda”. Probabilmente se avessi assistito a un tale discorso avrei reagito così anch’io, perché l’immagine che salta subito alla mente ascoltando queste parole non è propriamente bella.

Bisogna però cambiare approccio per capire cosa vuole dirci Gesù, non basta solo attenersi a ciò che si vede, si sente, o si tocca. Occorre andare oltre, senza scandalizzarsi e senza pensare alla fatica che questo potrebbe comportare.                              Un pezzo di pane e del vino, ciò che noi vediamo esternamente, sono il mezzo per farci comprendere che mangiandoli, realmente entriamo in comunione con Gesù. Lo Spirito di Vita entra in noi. Solo mantenendo questo costante legame possiamo sperare di avere la vita eterna. Infatti Pietro, che ne ha combinate tante, in questo momento fa una professione di fede che è una dichiarazione d’amore: “Signore, da chi andremo?” Già, Signore, a chi altro potremmo affidarci? Tu ci ami immensamente e ce lo ricordi ad ogni messa, attraverso un piccolo pezzo di pane.                              

Nicoletta Maggioni


AVVISI NELLA COMUNITÀ PASTORALE

  • Sabato 19 sera e domenica 20 luglio nella Parrocchia di S. Carlo si celebra la festa di S. Francesco di Paola con la possibilità di ottenere l’indulgenza plenaria di cui viene esposta la Bolla papale. Nella festa è in funzione anche la cucina per cena e pranzo.  
  • Mercoledì 23 luglio alle 18 nella Parrocchia B.V. Addolorata al Lazzaretto ci sarà la celebrazione della S. Messa in memoria di San Charbel Makhluf. 
  • Sabato 26 luglio è la memoria dei Santi Gioachino e Anna, patroni dei nonni.
  • Martedì 5 agosto ci sarà la gita sul Lago di Como, Bellagio e Ghisallo. Iscrizioni entro il 20 luglio in sacrestia della Basilica.


APOSTOLATO DELLA PREGHIERA DI AGOSTO 2025

Intenzioni del Papa: ” Per la convivenza comune. Preghiamo perché le società in cui la convivenza sembra più difficile non cedano alla tentazione dello scontro su basi etniche, politiche, religiose o ideologiche.”. 
Intenzione dei Vescovi: “Ti preghiamo, Signore Gesù, perché la Rete Mondiale di Preghiera del Papa aiuti ogni battezzato a sintonizzarsi sempre più con il tuo Sacro Cuore e ad aprirsi ad una missione di compassione per il mondo”.
Intenzione per il Clero: “Cuore di Gesù, dona ai tuoi preti la ricerca costante di quel “di più” che è vitale tensione per chi desidera consacrarsi alla gloria di Dio nel servizio dei fratelli”.