L’appuntamento del 25 novembre e i dati allarmanti sul fenomeno
L’osservatorio nazionale ‘Non Una di Meno’ registra, nel 2025, con dati aggiornati all’8 ottobre, 70 femminicidi, tre suicidi di donne indotti e almeno 62 tentati femminicidi; inoltre 22 uomini si sono suicidati dopo l’omicidio.
Non è possibile avere dati relativi alle conseguenze nel tempo di tali tragedie sugli orfani, ma non è difficile immaginarle.
Ulteriori dati ci dicono che la maggiore parte di casi si è verificata in Lombardia, Campania e Toscana, che 10 sono i casi in cui i figli minori hanno assistito al femminicidio, che 54 sono gli orfani.
Nel 72,4% dei casi le donne uccise sono di nazionalità italiana, nel 50% dei casi l’omicida è stato il marito, il compagno, il partner o il convivente. Le cause di morte sono prevalentemente l’accoltellamento, i colpi da arma da fuoco o lo strangolamento.
Se tutto questo ci pare orribile, oltre alle parole di circostanza che sentiamo pronunciare quando accade un femminicidio o quando la violenza sembra essere diventata un’abitudine, è il caso di chiederci con insistenza che cosa possiamo fare noi e che cosa davvero facciamo. E’ necessario conoscere il fenomeno nelle sue dimensioni, ascoltare le storie di queste donne e comprendere il fenomeno in tutte le sue espressioni.
Non servono proclami, o indignazione, ma serve una educazione alla affettività e al rispetto nelle relazioni fin dall’età scolare primaria; è necessario abbattere gli stereotipi sulle donne ancora troppo radicati nel substrato socio culturale, sulla divisione dei ruoli e sull’esistenza di relazioni di potere diseguali tra donne e uomini ancora troppo diffusi negli ambienti sociali e lavorativi e che costringono la donna a permanere in una condizione di subalternità, in cui si alimenta il ciclo della violenza. Servono impegni concreti e investimenti che permettano alle istituzioni delle reti antiviolenza, come i Centri Antiviolenza, di svolgere al meglio il loro lavoro di accompagnamento quando una donna che si sente in pericolo chiede aiuto.
La strategia contro la violenza di genere deve essere incentrata sulla prevenzione, che si realizza nel combattere le sue radici culturali e le sue cause, con una attenzione massima alle generazioni giovanili e ad investire sulla formazione. La consapevolezza dell’opinione pubblica sulle cause e le conseguenze della violenza di genere può essere sollecitata con momenti informativi di sensibilizzazione, ed in particolare promuovendo programmi scolastici per l’educazione alla parità di genere fin dalla giovane età.
E’ strategico il coinvolgimento di insegnanti e di educatori adeguatamente preparati che possano integrare i messaggi educativi forniti dalle famiglie, così come sono importanti le figure maschili di riferimento (padri, religiosi, personaggi famosi) che si pongano come modelli positivi e non violenti.
Gli operatori del settore pubblico e privato sociale delle Reti Antiviolenza, nel nostro caso Rete Artemide con le sue istituzioni nei 55 Comuni della Provincia di Monza e Brianza, costantemente si formano e quotidianamente operano nella gestione dei casi di violenza contro le donne, per creare un sistema sempre più capace di intercettare i casi quando sono ancora affrontabili e superabili. L’ascolto, la rete di fiducia, le informazioni e la segnalazione sono punti chiave a cui tutti noi possiamo avvicinarci.
Le farmacie, grazie alla condivisione dell’amministrazione comunale, dei Club Lions aderenti al progetto ‘Farmacia amica delle donne’ e dei Centri Antiviolenza, sono impegnate come “sentinelle” in grado di fornire le corrette informazioni alle donne che a loro potrebbero rivolgersi per chiedere consigli.
Ogni giorno, non solo il 25 novembre dobbiamo sentirci toccati da questo grave e dilagante fenomeno, ma nei momenti forti dell’anno è importante richiamare l’attenzione alle iniziative proposte. Il 31 ottobre i Lions club di Monza sono stati capofila dell’evento musicale “Il silenzio delle emozioni”; mentre il 12 novembre, con il convinto sostegno di Bcc di Carate e Treviglio, i Lions del Distretto 108Ib1 hanno proposto la serata “Parole spezzate, parole ritrovate” con la partecipazione dell’attore Alessio Boni e di professionisti impegnati in campo legale, della comunicazione e psicologico: Stefania Crema, Rosy Russo, Manuela Massenz, Luca Milani. Tra le iniziative messe in campo dalla amministrazione comunale di Seregno, i Lions Club Seregno Brianza e Lions Club Seregno AID, nell’ambito del progetto “La forza in uno sguardo”, promuovono, con il teatro San Rocco, lunedì 24 novembre alle 21, la proiezione del film ‘Familia’ con commento finale di Linda Serafini, psicologa e psicoterapeuta del CAV White Mathilda.
Un percorso riflessivo sui dieci principi del ‘Manifesto della comunicazione non ostile’ si snoderà poi sabato 22 novembre alle 10,30, guidato da Stefania Crema, avvocato, con un team di psicologhe, nel giardino G. Regeni della Biblioteca Ettore Pozzoli.
Il Movimento Terza età dal canto suo propone l’incontro “Violenza di genere, a che punto siamo?” giovedì 20 novembre alle 15 presso la sua sede di via Cavour 25.
Non possiamo fermarci! E’ indispensabile continuare a contrastare la violenza contro le donne con l’esempio e l’interesse, che ogni giorno tutti noi dobbiamo mettere in campo, per un futuro in cui non si debba più parlare di tanta sofferenza, specie tra le mura domestiche.