Gli auguri di mons. Bruno Molinari parroco della comunità pastorale

Cari parrocchiani della Comunità pastorale di Seregno, cari lettori de l’Amico della Famiglia, vorrei augurarvi un Natale in cinque “esse” più una: semplice, sorprendente, che nasce da un sogno, non privo di sofferenza, ma colmo di speranza.

Il Natale è semplice. Come la vita quotidiana delle persone: una donna, un uomo, un bambino, una famiglia. Semplice come ce lo racconta il Vangelo, come ce lo ripresenta il presepio, come possiamo immaginarlo nella cornice di un paese povero, fra pastori e contadini.

Semplice come vorremmo viverlo anche noi: nella essenzialità e nella purezza di un messaggio comprensibile a tutti e ancora capace di scaldare il cuore.

Il Natale è sorprendente. Come Dio sa sempre esserlo. Come accade quando è al lavoro lo Spirito Santo: la Vergine partorisce un figlio, il Signore dell’universo si fa bambino, il Dio lontano e irraggiungibile diventa l’Emmanuele, il Dio-con-noi. 

Quanto è triste il Natale ridotto a consumo, a ricerca affannosa di cose, a collaudata routine di auguri stereotipati! Quanto è sorprendente il Natale in cui si lascia agire il Signore! In cui si ha il coraggio di seguire una stella che orienta verso il bene, in cui si riesce a credere al prodigio della generosità di Dio e della sua predilezione per gli umili.

Il Natale nasce da un sogno. Il Vangelo ci racconta i sogni di Maria, di Giuseppe. E prima di loro i sogni dei profeti, del popolo e dei poveri in attesa. Soprattutto c’è il sogno di Dio: quello di una umanità riconciliata, quello di un ponte tra l’uomo e Dio. E chissà cosa sognava il bambino deposto nella mangiatoia?...

Il Natale può essere anche il nostro sogno, ma non per sconfinare nel sentimentalismo: ci vogliono sogni con i piedi per terra, sogni che s’avverano perché ci sono cuori che amano, intelligenze che sperano, mani che agiscono nella solidarietà.

Il Natale cristiano tuttavia non è privo di sofferenza. Il Vangelo ci racconta la sofferenza del rifiuto a Betlemme e quella della fuga precipitosa dalla violenza di Erode. Il Natale non è solo la dolcezza e la serenità legata al nostro immaginario: sul Natale c’è già l’ombra della croce, che non manca neppure nei momenti più belli della vita.

E qui viene da pensare e pregare e agire davanti alla sofferenza di tanti che vivono il Natale nella guerra, nella miseria, nella solitudine, nella disperazione, nella malattia, nella fame, nella persecuzione. La sofferenza di cui è intessuta la vita normale delle persone. 

Infine il Natale è annuncio di speranza. L’angelo dice a Maria, a Giuseppe, ai pastori: “Non temete!”. 

Pure noi avremmo tanti motivi per temere. Ma il Natale, che è il grande “sì” di Dio all’uomo, torna a ripeterci l’annuncio della speranza: Dio non si è ancora stancato di noi e anche quest’anno ci ridona la gioia di accogliere suo Figlio, ci chiede di guardare alla vita, alle persone, al futuro con sguardo di speranza.

E allora a tutti voi rivolgo l’augurio natalizio della Parola di Dio ”gloria a Dio e pace in terra”: che la vostra vita renda gloria a Dio e porti pace fra tutte le persone di buona volontà. 

Un’ultima “esse”: Santo Natale!


Don Bruno Molinari

parroco della Comunità pastorale 
san Giovanni Paolo II
prevosto di Seregno