Don Paolo Sangalli e gli educatori raccontano il pellegrinaggio ad Assisi

Il lunedì dell’Angelo, dopo le solenni celebrazioni pasquali e con la gioia dell’annuncio del Risorto, un gruppo di 65 preadolescenti della comunità pastorale, accompagnato da don Paolo Sangalli e dai loro educatori, partiva alla volta di Assisi, la meta del loro pellegrinaggio. Un’esperienza preparata durante gli incontri di catechesi e volta alla conoscenza di tre grandi esempi di santità: San Francesco, Santa Chiara e Carlo Acutis,  che di lí a qualche giorno sarebbe dovuto essere proclamato santo da papa Francesco.

Lungo il viaggio è arrivata improvvisa la notizia della morte del papa, suscitando sorpresa se non smarrimento. 

«Quando abbiamo sentito la notizia della morte di papa Francesco - spiega don Paolo - ci siamo subito raccolti in preghiera per ringraziare del dono di questo papa e affidare a Dio la sua anima. ‘E adesso cosa succede?’ era la domanda dei ragazzi, così ho spiegato loro i passaggi successivi, che l’eredità sarebbe continuata con l’elezione di un nuovo papa. I ragazzi hanno colto queste comunicazioni e in ogni luogo che abbiamo visitato, nelle messe c’è stata sempre una preghiera per papa Francesco e per la Chiesa. Essere insieme ad Assisi è stato un prezioso aiuto a vivere seriamente questi eventi». 

Questo il ricordo di Tommaso Barbaro, educatore al San Rocco: «Abbiamo ricevuto la notizia dopo sole due ore dall’inizio del nostro viaggio di andata, ed è stata proprio un fulmine a ciel sereno. I ragazzi erano un po’ scossi e straniti dalla situazione, perché non si aspettavano questa notizia così da un momento all’altro, come d’altronde noi educatori. Sicuramente il viaggio, la compagnia e i giochi hanno distratto i ragazzi, ma quello che hanno vissuto ad Assisi è stato un pellegrinaggio diverso da tutti quelli che faranno in futuro.»

Laura Micheli, educatrice a Santa Valeria, così  racconta come ha vissuto la notizia: «La scomparsa di papa Francesco è stata per tutti come un fulmine a ciel sereno, lungo il viaggio che ci avrebbe portati nella città umbra. Avevamo appena fatto una sosta, ci trovavamo all’Autogrill, seduti su un muretto di cemento con un panino in mano, per qualcuno forse il contesto meno adatto. La verità è che è stato proprio quel contesto a permettere a tutte le domande di essere espresse in libertà, domande ricolme di quella loro curiosità che porto nel cuore. Non so dire cosa abbiano provato i ragazzi a seguito della notizia, so solo che quel momento è stato per me un esempio importantissimo di come la semplicità dell’esserci, senza pretese, è tutto quello di cui molte volte si ha più bisogno. La piccolezza è davvero il criterio di Dio, non l’avevo mai capito veramente». 

Ad Assisi i preado hanno poi seguito le tappe del pellegrinaggio. «È stata un’esperienza significativa a livello di gruppo, di amicizie e relazioni - analizza don Paolo -. Intense anche le proposte e le provocazioni proposte ai ragazzi nel segno della speranza. Sono stati giorni immersi nei luoghi e nella spiritualità francescana,  approfondendo la vita di San Francesco,  Santa Chiara e di Carlo Acutis. Ho visto i ragazzi e gli educatori contenti, soprattutto loro hanno fatto gioco di squadra per preparare al meglio questi giorni. I ragazzi erano animati dalla curiosità, ma hanno colto quando era il momento per stare insieme, per pregare o per giocare».

Conferma Laura: «Del pellegrinaggio custodisco come tesoro particolare la curiosità dei ragazzi che scaturisce dalle cose più piccole quando meno te lo aspetteresti». 

«Tornare ad Assisi - approfondisce Tommaso - è sempre bello. La cosa che mi stupisce è l’immancabile testimonianza di fede che ogni volta vi trovo. Preti, suore, frati, pellegrini e credenti, tutti “riuniti” in questa città per ripercorrere e ammirare le orme di una persona che ha scritto una parte consistente della storia della chiesa: San Francesco, colui che si è spogliato di tutto per aiutare chi quel tutto non lo aveva. Insieme a questo ciò che mi lascia sempre un segno è la figura di Carlo Acutis. Ogni volta che passo davanti alla sua salma, nella chiesa di Santa Maria Maggiore, penso che per fare un bene così grande e meraviglioso come ha fatto lui, non servano anni e anni di vita, penso che ne bastino pochi dedicati tutti al prossimo.

M.R.P.