Attorniato da mons. Bruno Molinari e da tanti amici sacerdoti
Grande festa anche domenica 8 giugno, giorno in cui la Chiesa ricordava la Pentecoste, con don Luca Manes a celebrare la sua prima messa solenne nella Basilica San Giuseppe.
Eucarestia concelebrata da mons. Bruno Molinari, don Paolo Sangalli e don Francesco Scanziani della comunità parrocchiale, mons. Fausto Gilardi penitenziere del Duomo, don Walter Magnoni della comunità lecchese di Acquate, don Stefano Perego già assistente al San Rocco, don Pierluigi Banna, docente del seminario, vicino a don Luca per la comune appartenenza al movimento di Comunione e liberazione, don Ludovico Pileci, presente al San Rocco da diacono e sacerdote da un anno, e altri giovani sacerdoti amici di don Luca.
Ad inizio celebrazione le parole di benvenuto di don Bruno, che ha ricordato come alla celebrazione eucaristica fosse concessa da papa Leone XIV l’indulgenza plenaria.
«Una parola semplice di benvenuto - ha proseguito - a tutti voi presenti in questa nostra basilica di San Giuseppe, cuore spirituale della città di Seregno, in particolare a don Luca, benvenuto in questo abbraccio!» ricordando come don Luca sia il 30° di uno splendido elenco di sacerdoti seregnesi ordinati tra il 1969 e il 2019. «Mi ha colpito - ha ripreso - la citazione di Péguy che don Luca ha messo sull’immagine ricordo della sua ordinazione e della prima messa. “Egli è qui. È qui come il primo giorno, è qui tra di noi, come il giorno della sua morte…” In questa eucarestia il Signore Gesù è qui a rinnovare con noi la sua Pasqua. Ce lo assicura lo Spirito Santo che ha donato il giorno di Pentecoste ai discepoli e a tutta la chiesa». E infine l’augurio a nome della comunità pastorale: «Che il Signore sia sempre con te come il primo giorno, come il giorno lieto, luminoso della tua prima messa solenne».
A conclusione del solenne rito, il ringraziamento di don Luca a partire dalla già ricordata frase di Charles Peguy E ha approfondito: «È la presenza di Cristo la ragione di una vita. Siamo fatti e voluti per l’incontro e per il rapporto con lui, cioè fatti per te, o Cristo. Ed è la sua presenza la ragione per cui ieri in duomo sono stato ordinato sacerdote, perché egli c’è, presente come al primo giorno e continua a chiamare, a operare, ad agire per portare a pienezza le vite di coloro che lo riconoscono e che da lui si lasciano afferrare. Che egli è qui come il primo giorno è dentro una storia fatta di volti, incontri, rapporti in cui io ho potuto riconoscerlo, che sono stati per me segno, richiamo, testimonianza».
Quindi l’espressione della gratitudine a quanti nella vita lo hanno accompagnato e voluto bene, lungo gli anni o per un breve tratto di cammino. Il grazie più sentito ai genitori, testimoni di fede e vita cristiana, al fratello e alla sorella, a tutti i parenti.
Riconoscenza per i sacerdoti che ha avuto la grazia di incontrare: don Bruno e don Paolo che lo hanno accompagnato con discrezione, stima, affetto e attenzione; a tutti i sacerdoti presenti «per l’amicizia e la compagnia che fate alla mia vita, preziose e significative per il mio cammino umano e di fede».
Un grazie agli amici del San Rocco, ai compagni delle superiori, dell’università, a quelli conosciuti in seminario, nelle comunità in cui è stato mandato, in particolare don Walter e le persone incontrate nei due anni lecchesi. «A tutti la mia più profonda gratitudine e il desiderio che questa amicizia, che in Cristo ci lega, possa crescere fino a quando, come scrive San Paolo, Dio sia tutto in tutti».
Poi gli applausi, gli abbracci, l’emozione e la festa continuata con il pranzo al San Rocco e nei molti incontri nei giorni successivi. Giovedì 19 giugno, solennità del Corpus domini, don Luca ha ricevuto dall’Arcivescovo la destinazione per il suo ministero sacerdotale e la sera ha presieduto la solenne processione dal San Rocco al Lazzaretto, concludendo un tempo intenso, ricco di grazie.