IV e V Domenica di Pentecoste

Domenica 6 luglio 2025 - Quarta dopo la Pentecoste 


Dal Vangelo di Matteo  (5,21-24)
In quel tempo. Il Signore Gesù disse: «Avete inteso che fu detto agli antichi: Non ucciderai; chi avrà ucciso dovrà essere sottoposto al giudizio. Ma io vi dico: chiunque si adira con il proprio fratello dovrà essere sottoposto al giudizio. Chi poi dice al fratello: “Stupido”, dovrà essere sottoposto al sinedrio; e chi gli dice: “Pazzo”, sarà destinato al fuoco della Geènna. Se dunque tu presenti la tua offerta all’altare e lì ti ricordi che tuo fratello ha qualche cosa contro di te, lascia lì il tuo dono davanti all’altare, va’ prima a riconciliarti con il tuo fratello e poi torna a offrire il tuo dono». 


Nella prima lettura troviamo la vicenda di Caino e Abele. Lo scrittore Jorge Luis Borges, uno dei più grandi scrittori del XX secolo dà una continuazione al dramma accaduto con questo racconto: “Abele e Caino s'incontrarono dopo la morte di Abele. Camminavano nel deserto e si riconobbero da lontano, perché erano ambedue molto alti. I fratelli sedettero in terra, accesero un fuoco e mangiarono. Tacevano, come fa la gente stanca quando declina il giorno. Nel cielo spuntava qualche stella, che non aveva ancora ricevuto il suo nome. Alla luce delle fiamme, Caino notò sulla fronte di Abele il segno della pietra e lasciando cadere il pane che stava per portare alla bocca chiese che gli fosse perdonato il suo delitto. Abele rispose: “Tu hai ucciso me, o io ho ucciso te? Non ricordo più: stiamo qui insieme come prima”. “Ora so che mi hai perdonato davvero” disse Caino “perché dimenticare è perdonare. Anch'io cercherò di scordare”. Abele disse lentamente: “È così. Finché dura il rimorso dura la colpa.”

Giustamente la Liturgia pone come introduzione al cap. V, vv 21-24 di Matteo, la vicenda di Caino ed Abele. Al dì là di questo racconto poetico, la parola “perdona”, è “grossa …” direbbe il mio amico Samuel della Comunità di Minori “Villa San Francesco”, nel senso che è quasi utopia e che spaventa tant’è la sua grandezza. Con il perdono tra fratelli poi, risplende la vita in quanto lo si sa il perdono è più forte del pentimento di chi ha offeso. Una parola certa che può anche destabilizzare, se ce ne fosse bisogno, è arrivata con l’enciclica di Papa Francesco “Fratelli tutti” (2020) sulla fraternità e l'amicizia sociale. Al n. 250 il Santo Padre mette un sottotitolo che spiazza qualsiasi interpretazione, quando scrive che si può “perdonare senza dimenticare”: “Il perdono non implica il dimenticare. Diciamo piuttosto che quando c’è qualcosa che in nessun modo può essere negato, relativizzato o dissimulato, tuttavia, possiamo perdonare. Quando c’è qualcosa che mai dev’essere tollerato, giustificato o scusato, tuttavia, possiamo perdonare. Quando c’è qualcosa che per nessuna ragione dobbiamo permetterci di dimenticare, tuttavia, possiamo perdonare. Il perdono libero e sincero è una grandezza che riflette l’immensità del perdono divino. Se il perdono è gratuito, allora si può perdonare anche a chi stenta a pentirsi ed è incapace di chiedere perdono”. Queste parole sono la risposta al Vangelo di oggi. Chi perdona non ha memoria: la memoria, liberata dal male, non è più un covare vendetta o rivalsa. Con Papa Francesco preghiamo anche noi: «O Dio prepara i nostri cuori all’incontro con i fratelli al di là delle differenze di idee, lingua, cultura, religione; di ungere tutto il nostro essere con l’olio della sua misericordia che guarisce le ferite degli errori, delle incomprensioni, delle controversie; la grazia di inviarci con umiltà e mitezza nei sentieri impegnativi ma fecondi della ricerca della pace».                       

don Attilio Riva


Domenica 13 luglio 2025 - Quinta dopo Pentecoste

Vangelo secondo Luca (13, 23-29)

In quel tempo. Un tale chiese a Gesù: "Signore, sono pochi quelli che si salvano?". Disse loro: "Sforzatevi di entrare per la porta stretta, perché molti, io vi dico, cercheranno di entrare, ma non ci riusciranno. Quando il padrone di casa si alzerà e chiuderà la porta, voi, rimasti fuori, comincerete a bussare alla porta, dicendo: “Signore, aprici!". Ma egli vi risponderà: "Non so di dove siete". Allora comincerete a dire: "Abbiamo mangiato e bevuto in tua presenza e tu hai insegnato nelle nostre piazze". Ma egli vi dichiarerà: "Voi, non so di dove siete. Allontanatevi da me, voi tutti operatori di ingiustizia!". Là ci sarà pianto e stridore di denti, quando vedrete Abramo, Isacco e Giacobbe e tutti i profeti nel regno di Dio, voi invece cacciati fuori. Verranno da oriente e da occidente, da settentrione e da mezzogiorno e siederanno a mensa nel regno di Dio”.


“Un tale”… È perlomeno curioso l’incipit di questo brano evangelico. Se da un lato questo “tale” è una persona con un’identità ben precisa che pone una domanda legittima al Maestro, dall’altro lato si apre davanti a noi un mondo, capace in un istante di annullare il trascorrere del tempo, perché quel “tale” essendo senza nome, personifica ciascuno di noi. Di fatto, chi non si è mai posto domande sulla propria fede? O chi nell’intimo dialogo con l’Onnipotente non cerca risposte sulle fragilità di questo mondo? Il desiderio incolmabile di felicità, la sofferenza degli innocenti, la pace tanto vicina ma sempre lontana, le ingiustizie innocentemente subite, le fatiche quotidiane del vivere….    Come in altri testi evangelici Gesù non dà una risposta vera e propria, ma la sua risposta anticipa la domanda, perché costringe a guardarci nell’intimo. I vangeli non sono il libro magico delle risposte alle nostre preoccupazioni, ma bensì il libro degli interrogativi che il Maestro pone a noi.

“Che cosa cercate?” (Gv 1,38) è la prima domanda che pone Gesù a quanti lo seguivano…  ed è la sincera riposta a questa domanda che farà si, che un giorno quando il “padrone di casa chiuderà la porta”, e noi con insistenza busseremo chiedendo che ci venga aperto, ecco che non ci sentiremo degli anonimi sconosciuti, e se con nostra sorpresa ci verrà aperto con gioia prenderemo coscienza di essere da sempre figli amati desiderosi di incontrare il Padre.

Sereno Barlassina



AVVISI NELLA COMUNITÀ PASTORALE

  • Gli iscritti al viaggio del 25-29 agosto in Provenza e Camargue provvedano a bonificare il saldo o a versarlo in sacrestia della Basilica.
  • Martedì 5 agosto ci sarà la gita sul Lago di Como, Bellagio e Ghisallo. Iscrizioni entro il 20 luglio in sacrestia della Basilica.
  • È già in calendario il prossimo percorso di preparazione al Matrimonio cristiano dell’anno 2025-2026. Inizierà lunedì 13 ottobre nella Parrocchia S. Giuseppe. Le iscrizioni vanno fatte entro il 21 settembre prossimo in Sacrestia della Basilica.
  • Ricordiamo la variazione di alcune Messe durante l’estate: è sospesa la S. Messa delle 10.30 all’Oratorio S. Rocco; è sospesa la S. Messa del sabato alle ore 20 ai Vignoli;  è sospesa la S. Messa delle 20.30 a S. Ambrogio; dal 6 luglio è sospesa la S. Messa delle 11.30 al Lazzaretto; ad agosto è sospesa la S. Messa festiva delle 8 a S. Valeria.
    A luglio e agosto è sospesa la S. Messa feriale delle ore 18 in Basilica e quella del mercoledì sera ai Vignoli; a luglio e agosto al Ceredo la Messa del giovedì è alle 8.30 anziché alle 20.30; ad agosto è sospesa la S. Messa feriale delle ore 8 a S. Valeria.