Chiude la scuola paritaria San Carlo, storico presidio educativo nel quartiere.

Col 30 giugno chiude l’attività la scuola paritaria San Carlo che ha offerto al quartiere al confine tra Seregno e Desio un importante servizio educativo e sociale, accogliendo e formando tanti bambini in tenera età. 

Il calo demografico ha portato via via ad una graduale diminuzione degli iscritti e il Comune di Seregno, proprietario dell’immobile, prospettando l’ipotesi di un’unica sezione attiva dal prossimo anno scolastico ha maturato la decisione di destinare lo stabile ad altra funzione educativa.

Ci illustra la situazione Maria Cristina Curioni, già preside della scuola paritaria parrocchiale del vicino quartiere di Sant’Ambrogio, che ha gestito negli ultimi mesi i passaggi burocratici e le relazioni con l’ente locale, in accordo con don Bruno Molinari, responsabile della comunità pastorale di Seregno, don Cesare Corbetta, vicario pastorale a San Carlo che ha seguito in prima persona gli sviluppi di questa vicenda, condividendo le scelte fatte, e la diocesi di Milano.


Chiude una scuola presente da molti anni sul territorio. Come si è giunti a questa decisione?

«La scuola ha un passato ultracentenario e avrebbe voluto continuare ad essere servizio educativo nel quartiere. La chiusura della scuola è tuttavia stata accompagnata fin da quando l’amministrazione comunale, che aveva un accordo di concessione dello stabile a condizioni favorevoli alla parrocchia San Carlo, ha rilevato che, venendo meno i numeri degli iscritti, l’edificio potesse passare ad altra destinazione. Dal settembre prossimo, quindi, i locali della scuola dell’infanzia San Carlo diventeranno sede della scuola dell’infanzia Rodari (attualmente ubicata in via Pacini n.d.r.). In questa prospettiva non sono state accettate nuove iscrizioni come scuola paritaria».

Cosa si è prospettato quindi all’utenza, magari un po’ disorientata…

«In questa fase di passaggio le famiglie hanno potuto scegliere se optare per altre scuole paritarie del territorio o restare presso la struttura di via San Carlo. Grazie alla disponibilità del comprensivo Rodari, abbiamo prospettato la formazione di una sezione che accogliesse e raggruppasse gli attuali alunni senza cambiare gruppo, classe e sede, le insegnanti però non saranno le stesse. Quasi tutti, tranne 2 o 3 iscritti, hanno optato per questa seconda possibilità».

E il personale, insegnante e non, è stato ugualmente tutelato?

«Questa è una ferita grandissima soprattutto per il personale che vi opera da molti anni. Le due insegnanti, Lucia Ferri in servizio da 28 anni e Marta Meroni da 5, verranno licenziate, come pure l’aiuto cuoca Roberta Invernizzi, operativa nella scuola da 24 anni. Per tutte e tre potrebbero esserci possibilità di reimpiego da settembre in altre strutture paritarie di Seregno o della zona,  se lo volessero. Situazione diversa per la cuoca Morena Belluschi, che dopo 28 anni di attività, ha scelto la via della pensione. Direi che non è stato un passaggio indolore, soprattutto per chi da tempo ha investito energie e risorse umane. Insegnare in una scuola parrocchiale implica un grande impegno nel seguire i bambini, come viene esplicitamente richiesto. Certo un passaggio sofferto».

E dal mese di luglio?

«Nonostante la concessione dello stabile fosse fino a fine luglio anche per le attività estive, ci siamo accordati con il Comune perché le attività scolastiche chiudessero col 30 giugno, così da permettere i necessari lavori di sistemazione della struttura e poter riaprire a settembre».


Per l’I. C. Rodari da settembre la scuola dell’infanzia cambierà sede, occupando spazi più ampi e permettendo all’annessa scuola speciale di via Pacini di acquisire nuove aule per le proprie attività. 


Mariarosa Pontiggia