VIII e IX Domenica dopo Pentecoste
Domenica 3 agosto 2025 - Ottava dopo la Pentecoste
Vangelo secondo Matteo (22,15-22)
In quel tempo. I farisei se ne andarono e tennero consiglio per vedere come cogliere in fallo il Signore Gesù nei suoi discorsi. Mandarono dunque da lui i propri discepoli, con gli erodiani, a dirgli: «Maestro, sappiamo che sei veritiero e insegni la via di Dio secondo verità. Tu non hai soggezione di alcuno, perché non guardi in faccia a nessuno. Dunque, di’ a noi il tuo parere: è lecito, o no, pagare il tributo a Cesare?». Ma Gesù, conoscendo la loro malizia, rispose: «Ipocriti, perché volete mettermi alla prova? Mostratemi la moneta del tributo». Ed essi gli presentarono un denaro. Egli domandò loro: «Questa immagine e l’iscrizione, di chi sono?». Gli risposero: «Di Cesare». Allora disse loro: «Rendete dunque a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio». A queste parole rimasero meravigliati, lo lasciarono e se ne andarono.
A colpire di questa pagina di Vangelo, secondo me, non sono le annose discussioni sulla laicità dello Stato o ciò che compete alla Chiesa o meno (su questo argomento va almeno detto però che molti ritengono di sostenere tesi particolarmente rivoluzionarie quando, da almeno ottocento anni il dibattito è vivo sia da parte ecclesiastica, sia da parte civile), quanto piuttosto su come Gesù arriva a dire la celebre frase “A Cesare quello che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio”. Sui social soprattutto, ma anche nelle conversazioni con il prossimo, con gli estranei, si sta affermando sempre di più una modalità di interazione uguale a quella che i farisei adottano con Gesù. Le domande sono funzionali a capire da che parte sta il mio interlocutore, come la pensa, solo dopo si decide se ascoltare le sue idee oppure no. Se non appartiene al mio club, chi mi sta davanti non merita di essere ascoltato. Accanto a questo modo di vedere la realtà, che portato all’estremo ci porta solo a costruire nuovi muri fisici o anche immateriali, Gesù contrappone la trasparenza come virtù. Non ha paura a dire come la pensa nonostante possa scontentare chi gli sta di fronte. Un po’ di quel coraggio e capacità di andare oltre rigidi schemi ideologici servirebbe anche a noi oggi.
Daniele Rigamonti
Domenica 10 agosto 2025 - Nona dopo Pentecoste
Vangelo secondo Matteo (22, 41-46)
In quel tempo. Mentre i farisei erano riuniti insieme, Gesù chiese loro: "Che cosa pensate del Cristo? Di chi è figlio?". Gli risposero: "Di Davide". Disse loro: "Come mai allora Davide, mosso dallo Spirito, lo chiama Signore, dicendo: Disse il Signore al mio Signore: Siedi alla mia destra finché io ponga i tuoi nemici
sotto i tuoi piedi? Se dunque Davide lo chiama Signore, come può essere suo figlio?". Nessuno era in grado di rispondergli e, da quel giorno, nessuno osò più interrogarlo.
Il Mistero di Gesù
La pericope evangelica odierna ci presenta Gesù che interroga i suoi ascoltatori.
In realtà più volte, nei Vangeli, Gesù pone domande sul Messia e su di sé, volendo condurre chi gli è vicino a riconoscere in Lui l’Inviato del Padre. Egli sollecita la mente e il cuore di chi ascolta perché non aderisca a Lui in modo acritico ma, al contrario, compia un cammino… (Come in particolare ribadito da Papa Benedetto XVI, la fede è una diversa modalità di conoscenza rispetto alla ragione, ma non la cancella!)
Parlando del Messia Gesù afferma che lo stesso è figlio di Davide, ma è anche Altro.
La discendenza davidica inserisce pienamente il Messia nel popolo ebraico [la prima lettura di questa domenica ci ricorda l’unzione di Davide, ancora ragazzo, quale re d’Israele, per mano di Samuele, ispirato da Dio].
Il Messia è ebreo, integralmente partecipe della nostra umanità, e tuttavia riceve l’omaggio dello stesso Davide perché non è solo uomo ma anche Dio. E questo Messia è Gesù!
Ecco lo scandalo del Cristianesimo, ai tempi di Gesù come anche ai nostri!
Se gli ebrei osservanti di venti secoli fa non potevano accettare che un uomo fosse anche Dio, gli uomini del nostro tempo - sovente “svagati e lontani”, come scritto in un’orazione liturgica - per lo più si rivolgono a Gesù come ad un grande uomo, un leader affascinante, ma faticano a riconoscere la sua Divinità. I credenti, al contrario, vedono nel Figlio di Davide prima di tutto il Figlio di Dio!
Ci sia concesso di professarlo, al di là dei nostri limiti, con le parole e, soprattutto, con la vita, scoprendo sempre più la bellezza di camminare insieme a Gesù, il Dio con noi!
Giovanni e Rosy
AVVISI NELLA COMUNITÀ PASTORALE
- Oggi a Roma con la S. Messa celebrata da Papa Leone XIV alle 9.00 a Tor Vergata si conclude il Giubileo dei giovani. Tra i tantissimi giovani provenienti da tutto il mondo ci sono anche i nostri seregnesi ai quali ci uniamo spiritualmente.
- Sabato 13 settembre 2025 alle 10 in Duomo a Milano, si terrà la celebrazione diocesana per il Giubileo dei catechisti, presieduta dall’Arcivescovo che affiderà ai catechisti il mandato di annunciare la gioia del Vangelo e della vita cristiana.
- Sono aperte le iscrizioni al percorso di preparazione al Matrimonio cristiano che ci sarà a ottobre nella parrocchia della Basilica con l’obbligo tassativo di iscrizione entro il 21 settembre. Nelle Parrocchie e sul sito è reperibile il modulo per l’iscrizione.