Tempo liturgico

Quaranta giorni prima della Pasqua (quest’anno cade il 31marzo) inizia il tempo della Quaresima. Il termine deriva dal latino quadragesima ed indicava la domenica che precedeva di quaranta giorni la Pasqua. Con il tempo il termine ha iniziato ad indicare, invece, il periodo di penitenza antecedente le festività pasquali.

Il colore liturgico dominante nel tempo quaresimale è il morello (viola), con la possibilità, nelle ferie, di utilizzare il colore nero, per indicare maggiormente l’austerità della penitenza. Il sabato e la domenica invece, da tradizione risalente a Sant’Ambrogio, hanno un tono particolarmente festivo, dunque non è previsto il digiuno e, nelle celebrazioni, è possibile utilizzare solo il colore morello (viola).

Esiste una differenza nell’intendere i quaranta giorni quaresimali tra rito ambrosiano e rito romano: infatti, nel rito ambrosiano la Quaresima inizia la domenica dopo il carnevale (festeggiato di sabato). Nel rito romano, invece, inizia il mercoledì dopo il martedì di carnevale (martedì grasso), il mercoledì delle Ceneri.

Ciò che ha portato a questa differenza è stato il diverso conteggio dei giorni quaresimali: infatti se nel rito ambrosiano si contano esattamente quaranta giorni prima del Triduo Pasquale, nel rito romano, partendo dal mercoledì delle Ceneri e concludendo con il Sabato Santo, si contano quaranta giorni escluse le domeniche.

Il numero quaranta, poi, richiama alcuni episodi biblici abbastanza significativi: infatti ricorda i quaranta giorni di digiuno compiuti da Mosè prima di ricevere la Legge, i quarant’anni di Israele nel deserto, o, esempio più chiaro di tutti, i quaranta giorni di Gesù nel deserto, tentato dal diavolo.

A questo proposito, la prima domenica di Quaresima racconta proprio l’episodio delle tentazioni vissute da Gesù dopo il lungo digiuno: “Dopo aver digiunato quaranta giorni e quaranta notti, alla fine ebbe fame. Il tentatore gli si avvicinò.” (Mt 4,2-3a).

Il tema della penitenza e del digiuno, oggi così lontano dalla nostra sensibilità, risuona molto forte nel tempo quaresimale e ci richiama a un ritorno all’essenzialità: la relazione con il Signore Gesù, libera da distrazioni o condizionamenti superflui. In questo modo ogni cristiano è chiamato a mettersi alla sequela di Gesù, camminando dietro i suoi passi, per salire con Lui sul Calvario ed attendere la Risurrezione il giorno di Pasqua. È un cammino non semplice e che chiede di mettersi in gioco con essenzialità, sgravandoci di tutte le cose superflue per poter essere liberi di stare dietro al Signore e condividere con Lui il peso della Croce. Come afferma il canto di Mons. Marco Frisina Ti seguirò: “Ti seguirò sulla via del dolore/E la tua Croce mi salverà”.

La Quaresima, allora, ci invita a seguire il Signore anche sulle vie più difficili, anche nelle vie impervie perché alla fine non è il dolore, la morte o la sofferenza a vincere, ma la Vita che nasce addirittura dalla Croce!

Il tempo quaresimale, però, oltre che essere un cammino di penitenza è anche un cammino di preparazione al Battesimo, che per i catecumeni viene celebrato nella veglia pasquale: i brani evangelici domenicali infatti, in qualche modo, hanno un loro riferimento al Battesimo (Samaritana: l’acqua; Abramo: la fede; Cieco: la luce; Lazzaro: la vita risorta).

La quaresima assume, in questo modo, più sfumature differenti: proponendo il digiuno anticipa il banchetto pasquale, proponendo l’austerità anticipa la festa, proponendo la penitenza anticipa la vita risorta.

Lasciamoci allora guidare in questo tempo di Quaresima dal cammino del Signore verso Gerusalemme e sgraviamoci dei pesi inutili che portiamo, così che possiamo essere più liberi e ben disposti ad amare sino alla fine, come ha fatto Gesù.

Don Ludovico Pileci