“Il solo e vero peccato è rimanere insensibili alla resurrezione” diceva Isacco il Siro, un padre della chiesa antica. Proprio per questo nel giorno di Pasqua è possibile misurare la fede del cristiano e discernere la sua capacità di sperare per tutti e comunicare a tutti gli uomini questa speranza. Nel giorno di Pasqua ogni cristiano proclama la vittoria della vita sulla morte, perché Gesù il Messia è risuscitato da morte per essere il vivente per sempre: colui che essendo uomo come noi, carne come noi siamo carne, colui che è nato e vissuto in mezzo a noi, colui che è morto di morte violenta, che è stato crocifisso e sepolto, è risorto!


O morte, dov’è la tua vittoria? O morte, tu non sei più l’ultima parola per gli uomini, ma sei diventata un passaggio, l’ora dell’esodo dalla vita terrena alla vita eterna, da questo mondo al regno di Dio.

Questo dovrebbe essere il canto del cristiano nel giorno di Pasqua, feste delle feste, perché Cristo è risorto quale primizia di tutti noi, perché la vita regna definitivamente e in ogni creatura è iniziato un processo segreto ma reale di redenzione, di trasfigurazione.

La morte è una dominante su tutti gli uomini, una vera potenza efficace: non solo perché desta paura e angoscia contraddicendo la vita degli uomini, ma anche perché a causa di essa gli uomini diventano cattivi e peccano. Il peccato è sempre egoismo, è sempre contraddizione alla comunione con gli uomini e con Dio, ed è proprio la presenza della morte che scatena questo bisogno di salvarsi, di vivere addirittura senza gli altri o contro gli altri. La morte non è solo “il salario del peccato” (Rm 6,23), ma anche istigazione al peccato. Se gli uomini sono spinti a peccare è a causa dell’angoscia della morte, di quella paura che rende gli uomini schiavi per tutta la loro vita. A causa dell’angoscia e della paura la brama di vita degli uomini diventa odio, misconoscimento dell’altro, concorrenza, rivalità, sopraffazione. Questa è la morte contro la quale Gesù ha lottato fino a riportare la vittoria. L’agonia iniziata da Gesù nell’orto degli ulivi è una lotta che si è conclusa con la discesa agli inferi, quando ha sconfitto il diavolo in modo definitivo.