Una solennità che celebra il compimento della missione di Cristo e l’inizio della vita della Chiesa
La solennità dell’Ascensione del Signore è una delle tappe centrali del mistero pasquale e della vita della Chiesa. Dopo quaranta giorni dalla Risurrezione, il Signore Gesù conclude la sua presenza visibile sulla terra e, davanti ai suoi discepoli, sale al cielo per sedere alla destra del Padre. Non è un distacco, ma un compimento: Gesù porta con sé la nostra umanità trasfigurata e glorificata, aprendo definitivamente le porte del Cielo all’umanità intera.
Questo evento non segna la fine della vicinanza del Risorto, ma inaugura una nuova modalità di presenza. Con l’Ascensione inizia il tempo della Chiesa, il tempo in cui i discepoli sono chiamati a proseguire la missione del Signore nel mondo, forti della promessa del dono dello Spirito Santo. La comunità cristiana vive così tra il “già” della salvezza realizzata in Cristo e il “non ancora” della sua piena manifestazione alla fine dei tempi.
L’Ascensione è festa di speranza, perché ci ricorda che la nostra patria è nei cieli, e che il nostro cammino terreno è orientato verso la comunione definitiva con Dio. È anche un invito alla responsabilità e alla testimonianza: il Signore affida ai suoi discepoli l’annuncio del Vangelo a tutte le genti, sostenendoli con la forza dello Spirito e con la certezza della sua presenza viva, anche se invisibile.
Nella liturgia, questa solennità sottolinea il legame profondo tra Pasqua, Ascensione e Pentecoste: tre momenti di un unico mistero di salvezza che narra la vittoria della vita sulla morte, l’esaltazione del Cristo e la nascita della comunità animata dallo Spirito Santo. Celebrare l’Ascensione significa allora riscoprire la chiamata a essere testimoni di quella speranza che nasce dalla Pasqua e a vivere ogni giorno nella luce del Cristo risorto e glorificato.