Il mistero scomodo di un Dio che nasce bambino

Parlare del Natale, da una parte è facile: basterebbe dire  “E’ nato! Alleluia!”. Ma bisognerebbe fermarsi qui e lasciare al cuore di gustare la straordinaria bellezza di questo evento e di questo annuncio evangelico. Aggiungere altro rischierebbe di farci cadere nella retorica.

D’altra parte se si vuole evitare il rischio della retorica o della banalità allora ci rendiamo conto che parlare del Natale è difficile. Perché il Natale è un mistero abbagliante, troppo forte per noi. 

E’ difficile credere veramente al Natale cristiano ed ecco perché molti aggirano l’ostacolo e presentano e vivono il Natale come la festa dei bambini, della famiglia, della bontà, dei regali, degli auguri, dei pranzi, delle vacanze… In certi ambienti ci si scambiano i “season’s greetings”, gli “auguri di stagione”… è festa ma guai a nominare il motivo della festa e il nome del festeggiato…

Ma certo, si capisce: il Natale cristiano è una realtà sconcertante. è Dio che si fa uomo. Non solo: è il figlio di Dio che nasce in una stalla e nessuno sa chi è… Se ci si pensa davvero si prova una sorta di vertigine. Appunto: ecco la fatica a credere, ed ecco allora la tentazione ovvia di coprire questo grande e incredibile mistero con cose più normali e accettabili. 

E’ più facile accettare Babbo Natale e gli “auguri di stagione” piuttosto che credere alla verità e alla follìa del mistero dell’Incarnazione, Dio in un bambino, per di più povero e sconosciuto.

E noi che facciamo? Ci accontentiamo della scorza luccicante del Natale addomesticato o tentiamo di contemplare il cuore semplice eppure misterioso del Natale cristiano? 

Ci accontentiamo della poesia superficiale o tentiamo di cogliere il senso forse meno poetico ma più vero e forse anche più scomodo del Vangelo di Natale?

Se facciamo entrare davvero nella nostra vita il Vangelo di Natale inizieranno a sciogliersi paure ed egoismi, chiusure e superficialità che oggi intristiscono la vita di troppa gente.

Allora in questi giorni di vigilia troviamo il tempo di un po’ di silenzio davanti al presepio per contemplare il mistero di Gesù. Lasciamo che questo bambino di Natale spezzi le nostre abitudini, lasciamo che frughi nella nostra coscienza, lasciamo che giochi con la nostra vita, lasciamo che ci mostri l’imprevedibile sorpresa di Dio. Amiamolo, questo Dio bambino!  


Don Bruno Molinari

amministratore della Comunità pastorale San Giovanni Paolo II

prevosto di Seregno