Il sacerdote libanese da anni collaboratore in Basilica San Giuseppe
Quando la notizia dell’elezione a papa del card. Robert Francis Prevost lo ha raggiunto in Turchia, ha subito confidato al gruppo di pellegrini seregnesi che stava accompagnando, di averlo conosciuto ed incontrato solo pochi mesi fa e, dopo averle rintracciate sullo smartphone ha subito mostrato le foto di quell’incontro inviandole, con emozione e gioia, a don Bruno Molinari.
Abbiamo così raggiunto telefonicamente per farci raccontare tutto don Hadi Zgheib, sacerdote maronita dell’Eparchia patriarcale del vicariato di Jounieh in Libano, dottorando in psicologia e assistente presso la Pontificia Università Gregoriana, un volto noto soprattutto per i fedeli della Basilica San Giuseppe dove torna, da anni, per le festività natalizie e pasquali, aiutando nelle confessioni e nelle celebrazioni (ha tenuto l’omelia della messa in coena domini dello scorso Giovedì Santo).
“Il cardinal Prevost - racconta - l’ho conosciuto nel mese di gennaio di quest’anno, credo fosse il 28, quando è venuto a trovarci al pontificio collegio maronita di Roma, frequentato da diversi studenti maroniti di varie nazionalità che frequentano le università pontificie. Eravamo in 25 (tra loro anche don Boutros Merheb noto ai fedeli del Lazzaretto, ndr.) e oltre al rettore del collegio, il vescovo mons. Youhanna Rafic El Warcha e dal suo vice, c’era occasionalmente anche il vescovo di Jounieh in Libano mons. Elias Boutros Hoayek”.
“Scopo dell’incontro - prosegue don Hadi - era una testimonianza sulla spiritualità e una conversazione sull’attività del dicastero per i vescovi di cui era prefetto dal 2023. Durante l’incontro e la successiva cena a cui ha preso parte con grande semplicità e dolcezza, ha insistito molto sulla sua esperienza missionaria in Perù rivelando un gran cuore di pastore. Al termine della visita gli è stata donata una statua di San Marone, il monaco eremita fondatore della nostra Chiesa libanese, che ha molto apprezzato”.