In Basilica San Giuseppe dal giovedì al sabato santo
Anche quest’anno il Gruppo Solidarietà Africa, segnatamente con Paolo e Francesco Viganò e Mariapia Ferrario, con la collaborazione di Gilardi Moioli associati, si è fatto carico di allestire nell’aula mons. Bernardo Citterio della Basilica San Giuseppe, il Sepolcro, ovvero il luogo della ‘reposizione’ dove viene collocata e custodita l’Eucarestia durante i giorni della settimana autentica, segnatamente dal termine della messa in ‘coena domini’ del Giovedì santo alla veglia pasquale della Resurrezione il Sabato Santo.
Il Sepolcro diventa in quei giorni il luogo simbolico della sepoltura di Gesù dopo la morte in croce e quindi ambiente dedicato alla preghiera, alla meditazione e all’adorazione eucaristica (in Basilica nella notte tra venerdì e sabato dopo la conclusione della Via crucis partita quest’anno dal cortile dell’ospedale cittadino, ndr.).
Per questo viene posta particolare cura negli addobbi dell’ex penitenzieria a destra dell’altare maggiore, sia con essenza arboree e floreali e soprattutto con apparati iconografici che possano favorire e accompagnare il raccoglimento e la preghiera soprattutto personale.
A tale proposito quest’anno sono state scelte ed esposte le riproduzione in grande formato di alcune opere di artisti contemporanei, Jean Marie Pirot più noto con il nome d’arte Arcabas e Sieger Koder, il primo francese nato nel 1926 e morto nel 2018, il secondo tedesco, nato nel 1925 e scomparso nel 2015.
Di Arcabas, artista eclettico, la cui fonte principale di ispirazione è stata la Bibbia, sono state esposte le riproduzioni ‘Hommage à Bernanos’: Crocifissione inserita in un polittico monumentale, e ‘L’annuncio del Risorto’.
Di Sieger Koder prete e artista cattolico tra i più noti pittori tedeschi di arte cristriana e costruttore di presepi del XX secolo sono state proposte le opere: “La divisione delle vesti”, “Maria e Gesù ai piedi della croce”, “La Maddalena al sepolcro”.
Un foglio illustrativo spiegava artisti ed opere proposte unitamente alla preghiera dello Stabat Mater e ad una riflessione dal titolo “E’ solo la speranza che ci fa propriamente cristiani” che si concludeva con una citazione di S. Agostino “La nostra vita, adesso, è speranza, poi sarà eternità”.